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brano
 
Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), II, 28
 
originale
 
[28] Ergo igitur senex ille: "Veritatis arbitrium in divinam providentiam reponamus. Zatchlas adest Aegyptius propheta primarius, qui mecum iam dudum grandi praemio pepigit reducere paulisper ab inferis spiritum corpusque istud postliminio mortis animare", et cum dicto iuvenem quempiam linteis amiculis iniectum pedesque palmeis baxeis inductum et adusque deraso capite producit in medium. Huius diu manus deosculatus et ipsa genua contingens: "Miserere," ait "sacerdos, miserere per caelestia sidera per inferna numina per naturalia elementa per nocturna silentia et adyta Coptica et per incrementa Nilotica et arcana Memphitica et sistra Phariaca. Da brevem solis usuram et in aeternum conditis oculis modicam lucem infunde. Non obnitimur nec terrae rem suam denegamus, sed ad ultionis solacium exiguum vitae spatium deprecamur." Propheta sic propitiatus herbulam quampiam ob os corporis et aliam pectori eius imponit. Tunc orientem obversus incrementa solis augusti tacitus imprecatus venerabilis scaenae facie studia praesentium ad miraculum tantum certatim adrexit.
 
traduzione
 
Ma il vecchio riprese: ?Allora rimettiamo il giudizio della verit? nelle mani della provvidenza. C'? qui tra noi un profeta di prim'ordine, Zathlas l'Egiziano, che proprio un momento fa mi ha promesso, dietro una forte ricompensa, di richiamare dal mondo dei morti lo spirito di costui e di rianimare il suo corpo strappandolo per un momento alla morte? e cos? dicendo fece venire avanti un giovane che indossava una tunica di lino, aveva sandali di palma e il capo completamente rasato. ?Abbi piet?, sacerdote? cominci? a implorare il vecchio baciandogli le mani e abbracciandogli perfino le ginocchia ?piet? per gli astri del cielo, per le potenze infernali, per gli elementi della natura, per i silenzi della notte, per i santuari di Copto, per le piene del Nilo, per i misteri di Memfi, per i sistri di Faro, concedigli ancora un po' di sole, versa appena una piccola luce nei suoi occhi chiusi per sempre. Noi non vogliamo forzare le leggi della natura n? negare alla terra ci? che le ? dovuto, ma imploriamo un breve istante di vita per avere il conforto della vendetta.? Cos? propiziato il profeta mise un'erbetta speciale sulla bocca del morto e un'altra sul petto, si volse verso oriente e, in silenzio, preg? il sommo sole che stava sorgendo. A questa messinscena da rito sacro nell'animo dei presenti si accrebbe l'attesa di tanto prodigio.
 

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